Natalino Andolfatto, illustre maestro della scultura

Febbraio 2016 - La suggestione del marmo di Carrara, straordinariamente candido e rilucente, evoca in molti bassanesi l'immagine del San Bassiano dei fratelli Marinali che - dall'alto di una delle colonne di piazza Libertà - benedice i passanti. Una scultura, divenuta simbolo cittadino, che a sua volta rimanda a una pattuglia di altri artisti di valore, tutti rigorosamente "nostrani": formidabili modellatori della pietra quali, per esempio, Bernardo Tabacco, Antonio Bosa, Giuseppe De Fabris, Giovanni Fusaro e - sopra agli altri - Antonio Canova. Sulla scia di questa blasonata tradizione, ma anche di un fortissimo legame identitario con l'universo degli scalpellini povesi, si è mosso Natalino Andolfatto, divenuto uno dei maestri della scultura internazionale. In questo nuovo numero de L'Illustre bassanese Domenico Lazzarotto, capocronista de "Il Gazzettino", ci guida alla scoperta di un artista tanto grande quanto modesto e riservato, un figlio della nostra terra che ha saputo modellare il destino seguendo pervicacemente un'inclinazione nata ancora in tenera età. Il testo, al quale si accompagnano splendide immagini, è suddiviso in tre parti: un'intervista, un compendio di critiche e recensioni, un agile profilo biografico. Nel complesso una monografia dal taglio giornalistico, vivace e briosa, che ci restituisce un ritratto inedito di Natalino Andolfatto, colto nella sua semplice umanità.

 

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